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Visualizzazione dei post da marzo, 2013

Biblioclastie

Ho recentemente terminato la lettura del settimo volume della collana “Conoscere la biblioteca” (Editrice Bibliografica) dedicato a La biblioteca raccontata a una ragazza venuta da lontano . Non vorrei qui però tanto parlare del pur interessante libro di Cecilia Cognigni (se proprio un peccato veniale è da trovarvi si tratta al più di certa “torinocentricità” di qualche passaggio) ma di una situazione incontrata agli albori della mia professione bibliotecaria che in qualche modo interseca l’esposizione dell’autrice. Il capitolo in questione è quello dedicato alla “biblioclastia” ovvero alla distruzione dei libri finalizzata a distruggere fisicamente le idee degli avversari. Cognigni parte dalla distruzione della Biblioteca di Alessandria, passando per i roghi nazisti ed arrivando al bombardamento della Biblioteca nazionale a Sarajevo e al saccheggio della Biblioteca nazionale di Baghdad. Esempi certamente eclatanti di come regimi non democratici impongano la propria ideologia t

Paolo Cacciari e il M5S

Paolo Cacciari sul Manifesto di ieri (26 marzo 2013) scrive:   Forza Beppe, tieni la barra! Capo Horn non è ancora stato doppiato. Sirene interessate ti vogliono far spiaggiare. Fuor di metafora, se il M5S dovesse venire già ora riassorbito nella logica della mediazione (qualche volto presentabile, qualche grande opera in meno, qualche risparmio nelle spese...) svanirebbe anche questa occasione per cambiare ciò che realmente conta: l'assetto dei poteri democratici. Ce lo ha fatto capire con cinico disprezzo il Mario che conta (quello Bce) per rassicurare i "mercati" e gli "investitori": in Italia è stato innescato il "pilota automatico". I nostri politici si stanno battendo non per pilotare l'aereo, ma per fare gli steward e le hostess. [...] A sinistra non l'abbiamo capito ancora (mi ci metto generosamente anch'io, così non partecipo al gioco dello scaricabarile). Se il M5S ha vinto è perché è stato l'unico soggetto politico a

Il referendum sull'Euro e l'autarchia

Al sentir riproporre in questi giorni da Beppe Grillo la proposta di un referendum sulla permanenza dell'Italia nell'Euro (per altro proposta che Grillo copia alla Lega Nord, giusto per inquadrare storicamente la situazione) non posso non deprimermi. E pensare che il parallelo più calzante alla proposta grillina è l'autarchia mussoliniana. Con la differenza che mentre l'autarchia per Mussolini diventò un potente strumento propagandistico, per l'Italia d'oggi corre il rischio d'essere una cura peggiore del male. E' un po' come se vedessimo una persona coperta dalle pustole del morbillo e pensassimo di curarla tentando di cancellare le pustole con della carta vetrata. Il problema dell'Euro non è la moneta unica ma piuttosto le politiche economiche di austerità che hanno fatto sfociare (come ammesso dai vertici stessi europei) la crisi economica nella recessione. Ora quello che il nuovo governo italiano dovrebbe chiedere all'Europa, sostento