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Visualizzazione dei post da luglio, 2015

Game Ontology Project: una risorsa per i game studies e per l'indicizzazione (non solo) semantica dei videogiochi

Un grosso problema che hanno i game studies è sicuramente quello relativo a una categorizzazione razionale e motivata dei videogiochi e che non si basi unicamente sulle categorie merceologiche oggi usate a tal punto che anche chi - tra gli studiosi - cerchi una sistemazione migliore, si ritrova spesso ad arrampicarsi sui vetri per giustificare quella esistente, come ad esempio Mark J.P. Wolf nel volume da lui curato ed in gran parte scritto The Medium of the Video Game (University of Texas Press, 2002). Nel mio libro, La biblioteca in gioco (Bibliografica, 2013), per motivi di spazio e concisione, ho espunto dalla versione finale per la stampa, l’analisi della categorizzazione videoludica presentata (all’epoca: estate 2013) da Wikipedia. La riporto qui: Comunque il problema terminologico non investe solo il videogioco in generale, ma anche, ed in maniera molto più complicata, gli specifici generi videoludici. Può essere utile riportare la classificazione attualmente presente s

Riflessioni sulla "biblioteca come ipertesto"

La mia lettura del libro di Riccardo Ridi La biblioteca come ipertesto ( Bibliografica , 2007) arriva con ritardo, sulla scorta del mio percorso di analisi e riflessione sul concetto di e sui servizi della “biblioteca digitale”. Per quanto il testo di Ridi si focalizzi principalmente sulle biblioteche universitarie, spendendo buona parte della trattazione su open archives , e-journals , ecc., gran parte della sua delineazione di natura, servizi e problemi della biblioteca e del documento digitale rimangono ancor oggi attuali. Certo però la principale appeal del testo è nel suo titolo e nella metafora della biblioteca come ipertesto, cioè come pluralità di testi collegati tra di loro da una rete di riferimenti che il lettore può seguire a piacere creando ogni volta, tramite scelte diverse, differenti esperienza di lettura. E a fornire la chiave interpretativa del volume è Ridi stesso con la penultima nota al suo testo che riporto qui per intero: Se il fine della disponibil